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Intervista a Simone Di Stefano sull’Unione Europea

In vista delle prossime elezioni Europee Agenzia Stampa Italia ha incontrato Simone Di Stefano (vicepresidente di Cpi) con il quale abbiamo approfondita la loro posizione in merito alla Ue e ci siamo fatti illustrare le loro intenzioni e promesse una volta eletti nell’Europarlamento.

1) Prima domanda scontata e banale ma d’obbligo: una volta eletti a quale gruppo europeo contate di aderire? E questa adesione viene fatta per mancanza di alternative o perché c’è una visione comune su tutte le questioni?

Due sono i gruppi papabili: quello dei Nazionalisti e quello degli Euroscettici, anche se entrambi presentano delle caratteristiche in cui ci riconosciamo poco. L’ambiente del nazionalismo europeo differisce da noi su moltissime cose, mentre gli euroscettici sono del tutto votati al liberismo e con loro non vorremmo avere nulla a che fare. La mia convinzione è che le prossime elezioni europee determineranno una sorta di terremoto con l’entrata di partiti come Alba dorata, il Movimento 5 stelle e gli ungheresi, tutti partiti che prima non erano presenti e che potrebbero anche determinare la nascita di nuovi gruppi. Anni fa tra i nazionalisti ci fu una spaccatura per via di alcune frasi della Mussolini che portò i rumeni ad uscire . La nostra è una posizione radicale: noi siamo per l’uscita dell’Italia dall’euro, siamo per una ridiscussione totale dell’Europa. Noi vogliamo esprimere una posizione di totale rottura con l’Ue aspetto che ci rende difficile la collocazione nell’Europarlamento.
Se entreremo in Parlamento ci siederemo dove si siederanno i nuovi nazionalisti.

2) Oggi la politica economica dei singoli Stati viene decisa tra Strasburgo e Bruxelles con i singoli parlamenti locali che al massimo possono ratificare le decisioni dell’Europarlamento. Al di là dei vari problemi che ciò comporta nel nostro paese succede anche che la gran parte dei media non avverta preventivamente gli italiani in merito a ciò che sta accadendo. Voi siete disposti a prendervi l’impegno di far sapere tempestivamente agli italiani cosa sta accadendo nelle stanze degli eurocrati aiutandoli a mettere in atto misure concrete per evitare che gli europarlamentari italiani abbiano un atteggiamento passivo e nulla più?

Noi italiani abbiamo assunto nei confronti della Ue una visione provinciale, ce ne siamo sempre infischiati. Noi nell’Europarlamento siamo rappresentati da gente come Iva Zanicchi. A noi italiani non è mai stato detto nulla in merito ai trattati da firmare. Noi avremmo preferito poter fare dei referendum su ciò che l’Europa ci imponeva; là dove sono stati fatti l’Europa è sempre stata bocciata e credo che anche noi italiani avremmo fatto la stessa cosa a partire dalla Costituzione europea. Da noi viene tutto ratificato senza fiatare. Ci sono partiti che fino ad ora hanno ratificato tutto e adesso in campagna elettorale fanno gli euroscettici e criticano quelle stesse leggi che anche loro hanno votato. La Lega che ora fa campagne antieuro ha firmato questi trattati ed ha governato con chi ha aderito a queste campagne, penso a Berlusconi che oggi, in quanto bravo a fiutare l’aria che tira, critica la moneta unica e l’Europa. È chiaro che noi dobbiamo far sapere ciò che accade a Strasburgo e Bruxelles ma è anche importante far cadere questo muro di gomma della politica italiana in cui ognuno è libero di dire tutto ed il contrario di tutto senza risponderne mai. Berlusconi oggi grida al complotto europeo contro di lui, però lui il governo Monti l’ha sostenuto come ha fatto con Letta. Se 5 o 10 anni fa Berlusconi ha fatto anche cose buone, penso agli accordi di politica energetica oggi non è più credibile. Il suo interesse è salvare la sua famiglia e il suo impero.

3) Voi, Lega e M5S siete i partiti italiani più euroscettici. Prevede che, pur nella diversità di vedute, possano essere messe in atto misure comuni per difendere gli interessi italiani non solo politici ed economici ma anche sociali e culturali?

Se ci fossero interessi comuni, noi siamo pronti a tutelare gli interessi italiani con chiunque, anche con la Sinistra. Il problema è trovare chi vuole fare gli interessi italiani. Come si fa ad esempio a difendere la lingua italiana con la Lega che non riesce nemmeno a pronunciare la parola Italia. Alla Lega l’Europa fa comodo; loro immaginano un’Italia divisa con la Padania agganciata all’Europa anche perché altrimenti dove vanno? La Lega è antieuropea esclusivamente a parola. Noi di Casapound diciamo delle cose che non sono presenti nemmeno nei programmi degli altri partiti nazionalisti. Noi proponiamo un’Europa chiusa, autosufficiente con confini chiari e fuori dal mercato globale. L’Europa non può competere con chi dall’altra parte del mondo produce con gli schiavi a 200 euro al mese. Il nazionalismo europeo punta più su tematiche identitarie, sul pericolo islamico e così le questioni europee passano in secondo piano e non vengono affrontate. Noi vorremmo immaginare anche un nuovo progetto economico per riscrivere l’Europa, ma per come si sono messe oggi le cose l’unica soluzione è uscire. Non si possono più tutelare gli interessi italiani perché sono già stati tutti svenduti. Quando si è votato l’abbassamento del dazio sulle arance marocchine si è finito di uccidere il settore. Loro portano qui le loro arance praticamente gratis mentre i nostri agricoltori per portarle in nord Africa devono pagare un dazio del 30%. Il problema è che anche i nostri politici hanno votato a favore di questa misura. Sono rimasti pochissimi i settori su cui si può anche provare a tutelare i nostri interessi.
Noi dobbiamo uscire e ricomunicare dall’inizio, per noi non ci sono alternative.

4) Mes e Fiscal compact sono due cappi stretti al collo dell’economia italiana che Bruxelles non ha la minima intenzione di allentare. Qual è la vostra posizione in merito e le misure che contate di prendere per cercare, quanto meno di addolcire questa stretta?

Questi trattati ormai sono stati sottoscritti e ratificati, c’è poco da fare. Per via di questi dal prossimo anno noi dovremo dare 50 miliardi l’anno per i prossimi 10. La nostra posizione è dire: “Noi non ve li diamo”. Cosa succede? Usciamo dall’Europa? Proprio in virtù di questa tegola del Fiscal compact noi diciamo di uscire dall’Europa. Dove prenderanno questi soldi se noi non stampiamo più moneta? Dalle nostre tasche! Arriveremo al punto di avere 20suicidi al giorno. Oltre alla maggiore pressione fiscale venderanno Eni e Finmeccanica, l’oro della Banca d’Italia e la Cassa depositi e prestiti dove ci sono tutti i soldi che noi abbiamo depositati. Renzi ha annunciato un piano faraonico per il quale ci vorrebbero 100 miliardi. Lui ora si presenta come il salvatore e fa tante promesse, ma non dice che per farlo in un ottica Europea dovremo vendere i nostri strumenti di sovranità nazionale Eni, Finmeccanica, le partecipate e tutte le nostre ricchezze di Stato. Quella della Ue è la logica dell’usuraio.
Finché abbiamo ancora gli strumenti di sovranità dobbiamo lasciare l’Europa, una volta che ce li avranno tolti ci faranno fare la fine della Grecia e non potremo più riprenderci.
Mes e Fiscal compact sono gli strumenti che ci hanno portato a dire di uscire dall’Europa. Non a caso fino ad un paio di anni fa la nostra posizione era quella di provare a cambiare le cose, solo che ora le cose le hanno cambiate loro e finché siamo in tempo noi dobbiamo andarcene prima di finire di esistere come nazione. C’è tutto un mondo fuori dall’Europa con cui avere rapporti economici, politici e commerciali.

5) Cos’è per voi l’Europa? Una mera espressione geografica? Una volontà unica e formidabile capace di perseguire uno scopo per migliaia di anni come diceva Nietzsche o un auspicio verso la realizzazione di una comunità di stati sovrani capaci di giocare un ruolo di primo piano sullo scacchiere mondiale?

Sicuramente la visione di Nietzsche è quella più vicina a noi ma come abbiamo detto fin qui questa Europa non è nulla. L’Europa esiste a prescindere, non è che se noi usciamo dalla Ue diventiamo africani o asiatici, rimaniamo comunque europei. Condividiamo con gli altri popoli la storia di questo continente, una storia fatta anche di guerre fratricide e cruente che però hanno portato negli ultimi 1000 anni ad avere uno Stato sociale, la sanità gratuita tutte cose che ci stanno togliendo pezzo dopo pezzo quasi a voler cancellare la nostra storia comune. Il passato dell’Europa ci ha portato ad avere una coscienza comune, noi dovremmo salvaguardare e mantenere quello che era l’Europa fino a 20 anni fa. In nome del liberismo abbiamo voluto rimettere tutto in discussione per andare a commerciare con popoli che dall’altra parte del mondo sono culturalmente diversi da noi.
In nome del liberismo abbiamo cancellato l’Europa e creato la Ue che ha come intento quello di distruggere tutti gli stati europei. Noi ci sentiamo europei ma per quanto ci riguarda è tutto finito non ci sono più possibilità o alternative. Sappiamo benissimo che l’Europa potrebbe essere altro se governata in modo diverso e se avesse la capacità di avere uno sguardo diverso che rispecchiasse i nostri ideali e potrebbe garantire la pace a tutte le nazioni per i prossimi 1000 anni.

6) Perché l’Italia conta così poco in Europa da non essere riuscita a fra pronunciare la Ue in merito alla vicenda dei due marò detenuti in India da due anni?

L’ho detto prima. Noi al Parlamento europeo abbiamo Iva Zannicchi che non immaginiamo possa aver fatto grandi e vibrate proteste in Europa su questo tema. Per noi il problema dei marò andava espresso diversamente con posizioni di forza, magari chiudendo l’ambasciata indiana a Roma e richiamando il nostro ambasciatore. Si sarebbe creato un incidente diplomatico che però avrebbe costretto l’Ue e l’Onu a prendere una posizione e interessarsi del caso. Ue e Onu hanno preso la parola solo per dire no alla possibile pena di morte contro i due fucilieri ma nel momento in cui dall’India hanno fatto sapere di aver fatto cadere questa possibilità sono tornate nel loro torpore. Questo però condanna i nostri soldati a non avere più visibilità e difesa internazionale.
L’unica soluzione è creare un incidente diplomatico per portare tutta la vicenda sotto i riflettori e poter così difendere adeguatamente i nostri militari. Non a caso è quello che fanno tutte le nazioni a partire dall’Usa.
Il governo Monti come poteva far sentire la sua voce? Ad un certo punto sono stati tirati in ballo gli affari di Finmeccanica e una commessa di 12 elicotteri, ma quelli sono interessi che hanno tutti i paesi ma non a caso è l’unico che è stato tirato in ballo. Noi avremmo minacciato di tenerci gli elicotteri se non ci avessero ridato subito i due marò. Finmeccanica è solo la punta dell’iceberg. Se noi litighiamo con l’India ci rimettono le tante aziende italiane che sfruttano il lavoro indiano e poi rivendono i loro prodotti in Italia: questi sono i veri interessi in ballo.
Ad un certo punto hanno anche parlato di tangenti di Finmeccanica grazie ai nostri magistrati che operano contro gli interessi italiani.

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