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Le FAQ di CPI

CASAPOUND ITALIA
F.A.Q.
Ovvero le Frequently Asked
Questions, “domande poste frequentemente” sul nostro
movimento.

Che cos’è CasaPound Italia?
CPI è una associazione di
promozione sociale regolarmente costituita e riconosciuta. E’ un movimento
politico che opera per un’altra politica. Le sue attività sotto la luce del sole. Cpi è uno slancio sociale, una
speranza di riscossa, un’avanguardia del pensiero. E’ lo scudo e la spada di un
popolo tradito, umiliato, venduto e che da solo continua a tradire se stesso.
E’ arte, cultura, impegno sociale – in una parola: vita – in un mondo
agonizzante e plastificato.

Quali sono le principali battaglie politiche di CPI? 
Battaglie contro l’immigrazione, contro l’installazione di centri di accoglienza nei quartieri, per la preferenza nazionale nelle graduatorie per asili e case popolari. Battaglie per la proprietà della casa (“Mutuo Sociale”), per l’accesso al lavoro delle donne in stato di maternità (“Tempo di Essere Madri”), contro gli abusi delle agenzie di riscossione dello Stato che vessano i cittadini con richieste inique.

CPI ha anche un movimento studentesco?
Certo, si chiama Blocco Studentesco. E’ uno dei principali movimenti politici italiani nelle scuole.



Di cosa si occupa CPI?
Di politica. Ovvero del bene
della polis. Cioè di dare speranza, dignità, forza e volontà a un popolo
estenuato ed esangue. CPI agisce nella società circostante con una sola volontà
che si esprime in mille voci: mostre, conferenze, gruppi di studio,
sperimentazioni artistiche, concerti, centri di aggregazione, comunità giovanili, palestre,
volontariato, sindacalismo, provocazioni mediatiche. 

CPI è un movimento
extraparlamentare?
Assolutamente no. CPI è una comunità politica che si presenta regolarmente alle elezioni e ambisce ad entrare in Parlamento per scardinare i sistemi di potere che paralizzano questa nazione. Non è un gruppo di reietti sediziosi, di pazzi terroristi, di
teste calde in cerca di bravate. Il velleitarismo ribellistico estremista non
ci interessa, non ci attrae, non ci piace. Noi vogliamo essere protagonisti del
nostro tempo, non comparse in uno spettacolo il cui copione sia stato già
scritto assegnando a noi la parte dei cattivi, degli eversivi, degli invasati,
dei fanatici. 
CPI è un movimento xenofobo?
Assolutamente no. CPI non ha “paura” di ciò che è “diverso”. Ma in una fase in cui la politica opera una preferenza sistematica per lo straniero, noi preferiamo occuparci orgogliosamente degli italiani. CPI crede che i problemi dell’Italia e quelli delle popolazioni africane non si risolvano “sostituendo” la nostra popolazione con altre che stanno più simpatiche ai buonisti. Crede, inoltre, che i popoli in difficoltà vadano aiutati a casa loro. Ma
riconoscere tutto ciò e attuare di conseguenza una politica di preferenza
nazionale e di respiro identitario, non significa essere xenofobi. Significa
riconoscere un dato elementare della politica: lo Stato, se è tale, non deve
mai dimenticarsi dei propri figli.
CPI è un movimento omofobo?
Il fatto che due esseri dello
stesso sesso si amino e desiderino vivere liberamente la loro sessualità non ci
turba minimamente. Certo, non tutti vivono tale condizione con equilibrio e
buon gusto, ma questo vale anche per troppe coppie etero e comunque il buon
gusto fa parte dello stile, non può certo essere imposto per legge. Allo stesso
modo non vediamo il problema nel fatto che tali unioni abbiano un
riconoscimento di tipo civile e amministrativo, con l’attribuzione di determinati
diritti e doveri alla coppia. Siamo invece del tutto contrari ad ogni ipotesi
di adozione di bambini a coppie gay e contrastiamo con forza l’introduzione dell’ideologia gender nelle scuole.
CPI è un movimento di estrazione confessionale o religiosa?
CPI è un movimento laico e non
confessionale. Rispetta ogni credo e ogni via d’accesso al sacro come percorso
individuale. Da un punto di vista più politico diciamo invece che può aderire a
CPI chiunque ne condivida programmi, idee, stili, linguaggi, a prescindere dal suo credo religioso. Non può
invece aderire a CPI chiunque creda di poter perseguire sotto le nostre insegne una
politica di stampo confessionale, bigotto, reazionario, lobbistico.
CPI è un movimento violento?
CPI fa politica, non teppismo.
Non è interessata a mostrare i muscoli. Vuole la forza tranquilla. Ma allo
stesso tempo non può permettere che chicchessia ne contesti la legittimità ad
agire e a esistere. Noi vogliamo il confronto, ma non rifiutiamo lo scontro, se
questo ci viene imposto e se ne va della nostra sopravvivenza politica e
fisica.
Ci sono donne in CPI? Che
ruolo hanno nell’organizzazione?
Ci sono molte donne in CPI. Le nostre ragazze sono
sempre in prima linea in ogni azione, dando ogni volta un fondamentale
contributo. Nell’articolazione dei singoli ruoli da attribuire in base al
genere, CPI rifiuta sia la confusione che la sottomissione. L’umiliazione della
donna è tipica del mondo contemporaneo, nei suoi due aspetti consumista e fondamentalista. Ciò che noi perseguiamo
è invece l’organica complementarietà di uomo e donna, per una reale politica
della differenza.
Ma, in due parole, cosa vuole
CPI?
Riprendersi tutto.

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