Ue, CasaPound: ricatti di Rehn sono insultanti, l’Italia esca dall’Unione europea
Roma, 6 mar – “La foga riformatrice di Matteo Renzi è durata lo spazio di un paio di dichiarazioni alla stampa, poi ci ha pensato Bruxelles a rimetterlo in riga e a far capire al premier che il suo mandato è strettamente vincolato ai diktat europei”. Così Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia, commenta il rapporto della Commissione Ue che bacchetta l’Italia in quanto paese con “squilibri macro-economici eccessivi”. “Che credibilità ha – si domanda il dirigente di Cpi – una democrazia in cui non solo c’è un presidente del Consiglio che non è stato votato da nessuno, ma esistono anche istituzioni sovranazionali che si permettono di dettare le agende di governo e bocciare manovre votate da parlamenti teoricamente sovrani? Il contenuto, ma anche il linguaggio stesso, dei richiami della Commissione Ue è vergognoso e fa capire quale sia il grado di sovranità e autonomia dell’esecutivo: nessuno”. Per Di Stefano, “è semplicemente insultante anche il presunto ‘incoraggiamento’ all’Italia del commissario Ue per gli Affari economici Olli Rehn, che suona come un vero messaggio mafioso, dato che in caso di mancata osservanza dei ricatti europei si paventa una sanzione finanziaria fino allo 0,1% del Pil (circa 1,5 miliardi di euro). Ma chi ha votato questi signori che si permettono di minacciare la nostra nazione? A questo punto, ogni giorno in più di permanenza nell’Unione europea – conclude il vicepresidente di CasaPound – significa per l’Italia fare un passo ulteriore verso il proprio suicidio. Di conseguenza, Cpi chiede l’uscita dell’Italia dall’Ue e il suo ritorno alla sovranità politica, economica, finanziaria”.