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Udine, presidio militanti CPI davanti sede latterie friulane in difesa dei lavoratori e della tipicità del prodotto

Udine 7 Febbraio – “Latterie friulane simbolo di un territorio che muore” questo è lo striscione esposto dai militanti di CasaPound Fvg durante il presidio e il volantinaggio davanti alla sede di latterie friulane , in difesa dei lavoratori e della tipicità del prodotto.
CasaPound Italia FVG, si dice fermamente contraria a soluzioni extra regione per la cooperativa lattiero-casearia in crisi e appoggia la discesa in campo del consorzio Agrario e di Aprolaca per salvarla. “Riteniamo inopportuna l’ipotesi di una svendita alla multinazionale Granarolo, peraltro già fortemente inserita nella filiera produttiva del latte in FVG, che porterebbe a un elevato numero di esuberi tra le maestranze e alla cancellazione di un marchio storico friulano’’, sottolinea in una nota Cpi, secondo cui ‘’il subentro del consorzio agrario e Aprolaca invece tutelerebbe il marchio, salvando la tipicità del prodotto e, cosa ancora più importante, gran parte delle maestranze ad oggi in esubero’’.

CasaPound Italia FVG ‘’sollecita la partecipazione al piano industriale da parte dei lavoratori e in prospettiva un’equa distribuzione remunerativa tra capitale umano ed economico, auspicando che con il contributo dei vari enti territoriali si arrivi a una soluzione immediata e non a trattative svilenti, da ‘salotto’, sull’esempio di quanto avvenuto per troppe aziende in crisi del territorio regionale’’. Cpi FVG plaude ‘’alla raccolta firme dei liberi cittadini contro la svendita a Granarolo, alla quale, se chiamati in causa, siamo pronti a dare supporto’’, sottolinea il movimento, che poi annuncia: ‘’Monitoreremo ciò che accadrà nelle prossime settimane, pronti a intervenire se si addenseranno nuovi nubi sul comparto, perché crediamo che con la possibile entrata del consorzio agrario si possa finalmente garantire in questo pezzo di filiera agroalimentare un prodotto locale che possa contrastare la già pesante incidenza dei prodotti esteri. Un’incidenza, tra l’altro, già destinata ad aumentare oltremodo nei prossimi anni con la chiusura totale delle quote latte, con il pericolo sempre crescente di ritrovarci prodotti con una qualità e uno standard di sicurezza alimentare non all’altezza di quello nostrano’’.


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