Terni, CasaPound in piazza. Di Stefano: “Fuori dall’Ue”. Bonomi “Case agli italiani”
Terni, 17 Maggio – Si è svolto ieri in Piazza Solferino, a Terni, con la presenza del vicepresidente di CasaPound Italia Simone Di Stefano, il comizio di presentazione della lista e del candidato sindaco di Cpi Piergiorgio Bonomi. Nel suo applaudito intervento, Di Stefano ha trattato argomenti come sovranità nazionale ed Unione Europea, sulla quale si è espresso così: “La nostra posizione è radicale, siamo per l’uscita dell’Italia dall’euro, siamo per una ridiscussione totale dell’Europa. Noi italiani abbiamo sempre assunto nei confronti della Ue una visione provinciale, ce ne siamo sempre infischiati; non ci è mai stato detto nulla in merito ai trattati da firmare, tanto meno è mai stata chiesta la nostra opinione su ciò che l’Europa ci imponeva. Da noi viene tutto ratificato senza fiatare, col benestare di quei partiti che adesso in campagna elettorale fanno gli euroscettici e criticano quelle stesse leggi che anche loro hanno votato”.
Intervento tutto incentrato sull’emergenza abitativa invece quello del candidato sindaco Bonomi, che ha spiegato anche come funzionerà la proposta di legge per le case popolari promossa da CasaPound: “E’ un progetto il nostro finalizzato ad apportare modifiche ed integrazioni agli articoli 29, 30 e 31 del regolamento regionale sull’edilizia sociale, come ad esempio la reintroduzione della distinzione tra cittadini italiani, cittadini europei ed extracomunitari, la residenza minima in Italia di 10 anni per poter richiedere l’ingresso in graduatoria, controlli annuali dei requisiti richiesti, e la ripartizione degli alloggi disponibili tra cittadini italiani e stranieri in base alla loro incidenza percentuale sul territorio di competenza. Tutte le modifiche apportate faranno sì oltretutto che la cittadinanza italiana sia una condizione che farà assegnare più punti in graduatoria, mentre per i cittadini con cittadinanza di altro stato tale bonus scatterà dopo 10 anni di residenza nel nostro paese”.
Unica nota negativa della giornata, la presenza nella piazza adiacente di un drappello di facinorosi che in spregio alla legislazione vigente che tutela la libertà d’espressione, in special modo sotto campagna elettorale, ha cercato in tutti i modi di impedire il comizio. Particolarmente grave la presenza fra di loro del candidato sindaco di rifondazione comunista Lorenzo Carletti e di esponenti della CGIL e della segreteria di SEL. Del tutto inventate, invece, le accuse di “pestaggio” in relazione all’allontanamento incruento di un provocatore della parte avversa, che nonostante il consueto vittimismo non ha potuto suffragare le accuse con alcuna conseguenza medico-sanitaria osservabile della presunta e di fatto mai avvenuta aggressione.
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