“Un attacco occidentale sarebbe solo un gigantesco regalo al terrorismo”


Roma, 30 ago – “Con la Siria, contro il terrorismo. No alla guerra”: questo il messaggio di CasaPound Italia consegnato agli striscioni affissi nella notte dai militanti del movimento in 50 città per protestare contro l’imminente attacco occidentale contro Damasco. “La scelta di un’escalation militare contro la Siria – spiega Cpi in una nota – è folle e ingiustificata, poiché finirà per favorire solo le milizie terroriste, i militanti di Al Qaeda, i tagliagole fanatici che aspirano a fare della regione un califfato feudale. Perché queste sono le vere forze in campo contro il presidente Assad, altro che opposizione democratica”. Per CasaPound “la strage del 21 agosto avvenuta a Damasco con un presunto attacco chimico non può giustificare alcuna aggressione, dato che le prove su una responsabilità governativa sono state fornite esclusivamente da un altro attore geopolitico della regione che ha interessi a destabilizzare la Siria e comunque non sono state vagliate da alcun organo terzo. Sappiamo, in compenso, che Carla Del Ponte, membro della commissione d’indagine sulla violazione dei diritti umani in Siria e non certo sospettabile di simpatie assadiste, ha confermato in passato l’uso di armi chimiche da parte dei sedicenti ribelli”. Per queste ragioni, CasaPound Italia afferma che “un’eventuale azione militare sarebbe da considerarsi una aggressione immotivata e irresponsabile a uno Stato sovrano, peraltro preparata snobbando ostentatamente quella legalità internazionale che a quanto pare è sacra e inviolabile solo quando ad aggirarla sono i cosiddetti Stati canaglia. Da parte nostra – conclude Cpi – non possiamo che augurarci che questo gigantesco aiuto al più feroce terrorismo internazionale non giunga in porto, che gli Stati sovrani, tanto più se portatori di un modello laico e sociale, vengano rispettati e che il Mediterraneo tutto cessi di essere la riserva di caccia di forze esterne e mestatori vari”.
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22 Comments to: Siria, CasaPound affigge striscioni in 50 città contro la guerra a Damasco

  1. Anonimo

    Agosto 30th, 2013

    Le tre pasionarie pacifiste che ora invocano le bombe
    L'italiana Boldrini, l'americana Power e l'inglese Cameron, sempre in prima fila per qualunque campagna buonista e appello umanitario, sono tra le più accese sostenitrici della guerra
    Gian Micalessin – Ven, 30/08/2013 – 10:39
    Sono le erinni dell'intervento umanitario, le pasionarie della guerra travestita da carità. Donne sempre sull'orlo di una crisi internazionale, femmine e madri pronte a commuoversi per il volto smagrito di un bimbo, ma anche ad invocare piogge di bombe e missili sulla testa di presidenti, dittatori e tiranni.
    Il prototipo nostrano è una Laura Boldrini pronta prima ad augurarsi la fine del regime di Gheddafi e poi a denunciare «le atrocità commesse dal regime siriano». Un'abitudine mantenuta fino alla vigilia della nomina a presidente della Camera,quando sottoscrive implicitamente l'idea di un intervento in Siria spiegando che «è in corso un disastro umanitario con milioni di persone in fuga,ma il mondo sembra voltarsi da un'altra parte, sordo alla richiesta di porre fine a tanto spargimento di sangue».
    A Washington e Londra, dove una Laura non c'è, ci sono in cambio due Samanthe. La prima fa Power di cognome, è una lentigginosa pel di carota irlandese trapiantata in America in procinto d'assumere, grazie alla fiducia riposta in lei dal mentore Obama, la carica di ambasciatore Usa al Palazzo di Vetro. L'altra Samantha pronta ad augurarsi la vittoria dei jihadisti siriani sostenuti da Arabia Saudita e Qatar è Mrs Gwendoline Sheffield, meglio conosciuta come signora Cameron.
    Si chiamino Laura o Samantha, facciano il presidente della Camera, l'ambasciatore all'Onu o la first lady a Downing Street poco cambia. Sono tutte prime donne e umanitarie appassionate convinte non solo di possedere la verità assoluta e saper distinguere il giusto dall'ingiusto, ma anche di poter invocare l'uso delle armi per combattere il male assoluto. O quel che a loro appare tale. Il seme di cotanta certezza nasce quasi sempre nel mezzo di un campo profughi o tra le trincee di una guerra raccontata con gli occhi da giornalista impegnata. La rossa Samantha Power, molto prima di ritrovarsi nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale di Obama e diventare nel marzo 2011 la più convinta sostenitrice della necessità di abbattere Muammar Gheddafi, è una cronista testarda convinta di cambiare le ingiustizie del mondo spiegando gli orrori di Bosnia.
    Ma le cronache le piacciono poco.Dalle rovine di Sarajevo Samantha preferisce illustrare perché l'America non muova un dito per fermare il «cattivo» Slobodan Milosevic. Così invece di attendere l'epilogo del Kosovo l'impaziente Samantha s'infila a Harvard, sceglie la carriera del ricercatore intellettuale e da alle stampe «A problem from hell, America and the Age of genocide», un tomo il cui concetto è riassunto in una frase: «Quando vite innocenti vengono consumate su vasta scala e gli Stati Uniti possono impedirlo ad un rischio ragionevole hanno il dovere di farlo». Insomma se le bagatelle di Bengasi son bastate per far fuori Gheddafi, come lasciare al suo posto Assad dopo oltre centomila morti?
    In queste dissertazioni dove fatti e geopolitica diventano accessori di emozioni e opinioni Mrs Cameron ha un ruolo di primo piano. Al contrario della Samantha americana non s'è lasciata alle spalle un padre alcolizzato, ma un palazzo nobiliare, una famiglia di sangue blu discendente da re Carlo II d'Inghilterra e un ruolo di primo piano nel gotha glamour della settimana della moda di Londra. Ma da quando ha messo piede a Downing Street la carica di Ambasciatrice di Save the Children nei campi profughi siriani è quella che le da più soddisfazioni. Tanto da spingere le malelingue ad accusarla di essere la vera eminenza grigia di un coniuge premier che dopo aver sostenuto la necessità di armare una ribellione monopolizzata da fanatici e jihadisti tenta ora di accompagnare Londra all'intervento armato.

    Rispondi
  2. Anonimo

    Agosto 30th, 2013

    UN INDEGNO PREMIO NOBEL PER LA PACE CHE PREFERISCE LA GUERRA ALLA PACE…….

    ELEMENTARE WATSON….!!!!!!

    OBAMA E' NOTORIAMENTE DEFINITO UN INCOMPETENTE POLITICO AL SOLDO DELLE LOBBIES INTERNAZIONALI CHE DI VOLTA IN VOLTA GLI TIRANO LA GIACCHETTA DALLA PARTE DI LORO CONVENIENZA.
    E LUI LA GIACCHITELLA SE LA FA TIRARE VOLENTIERI………!!!!!!….TIENE FAMIGLIA IL BUON UOMO ABBRONZATO.
    IL FRATELLASTRO E' STRETTISSIMO AMICO E SOSTENITORE DEI FRATELLI MUSULMANI NOTORIAMENTE LEGATI A DOPPIO FILO COI TERRORISTI DI AL QAIDA.

    CHE ALTRO AGGIUNGERE???
    CHE DIO CE LA MANDI BUONA ALTRIMENTI ANDIAMO VERSO LA 3^ GUERRA MONDIALE…..

    Rispondi
  3. Anonimo

    Agosto 30th, 2013

    condivido pienamente l'analisi di casapound sulla triste e delicatissima vicenda siriana.

    Rispondi
  4. Anonimo

    Agosto 30th, 2013

    Non penso che Obama sia un incompetente… Penso che sono passati troppi anni senza una "vera" guerra e questo sistema non regge piu,non sanno piu cosa inventarsi…A meno che non si distrugga tutto con una bella guerra mondiale per poi ripartire!
    Io spero in Putin!
    Però che pena la gente, quando smetterà di prendere per oro colato tutte le balle dei tg? Questa volta poi sono cosi grossolane…
    Simone

    Rispondi
    • Anonimo

      Agosto 31st, 2013

      lucio caracciolo direttore della rivista italiana di geopolitica chiamata LIMES ha dichiarato nel corso di una trasmissione alla rete RA1 che obama capisce molto poco di politica e non ha mai masticato strategia geopolitica.
      L'ho sentito con le mie orecchie.

      a questo link si può leggere quello che scrive caracciolo:

      http://temi.repubblica.it/limes/siria-lamerica-indispensabile/51114

      Limes è del gruppo L'Espresso di carlo de benedetti…..uomo quest'ultimo di sinistra…tessera n°1 del PD…..
      Scrive caracciolo..

      ……."Può continuare l’America a declassare a ciclone in transito lo tsunami che da due anni e mezzo agita l’universo arabo e musulmano, in nome delle priorità domestiche e dell’attenzione privilegiata all’Asia-Pacifico? Se no, che cosa fare?
      Dopo centomila morti passati in cavalleria, quasi fossero una calamità naturale, oggi in Siria la Casa Bianca fa i conti con l’ambiguità della propria retorica…….."
      E' anche vero che le industrie belliche USA premono per un intervento…….tengono faamiglia anche loro!!!!!!!

      Rispondi
    • Anonimo

      Agosto 31st, 2013

      Erdogan pretende una vera e propria guerra con la Siria ,Il Premier turco sa benissimo che in caso di attacco alla Siria i primi a farne le spese saranno proprio gli israeliani ed è per lui, notoriamente ostile a Israele, una tentazione troppo forte.Avrebbe il doppio vantaggio di vedere Israele impegnato in una guerra con l’uso di armi non convenzionali e coinvolgerebbe lo Stato Ebraico in un conflitto che non lo riguarda minimamente che, nelle speranze del nuovo Saladino turco,indebolirebbe notevolmente le capacità militari israeliane, magari a favore di Hamas di cui Erdogana è profondo estimatore.
      Non dimentichiamo infatti che solo la mutata situazione in Egitto – di cui Erdogan incolpa Israele – ha impedito al Premier turco di recarsi in visita ufficiale nella Striscia di Gaza.La Libia è ormai fuori controllo; l’Egitto rappresenta un disastro di immagine equivalente alla invasione sovietica della Cecoslovacchia;
      la Siria è la Stalingrado di un Obama che si è incaponito a voler ascoltare i consigli di Francia e Turchia, sempre pronti a fare la guerra con la pelle degli altri.Forse il governo israeliano vuole testare l’eventuale reazione dei vicini arabi.IL governo di Tel Aviv punta il dito contro la Russia accusando Mosca della vendita di armamenti al regime siriano: in un rapporto inviato a Washington pochi giorni fa.Obama, già al G20 di Pietroburgo ai primi di settembre andrà, ma ha detto che non ci sarà piu un colloquio a due con Putin.Vi sembra credibile che dopo due anni di assedio politico e militare, i siriani ricorrano ai gas
      per accoppare una muta di ragazzini, mentre nei due anni di dure battaglie non hanno acceso nemmeno una bombola da campeggio? Sono passati più di due anni dall’inizio della guerra civile in Siria. Decine di migliaia di morti, centinaia di migliaia di profughi, città distrutte
      e un Paese in ginocchio. La guerra in Siria è, a tutti gli effetti, una guerra mondiale anche se combattuta a livello locale.È una guerra che coinvolge i principali attori a livello internazionale: Francia, Inghilterra, Turchia, le petromonarchie (Arabia Saudita e Qatar in testa)
      e in maniera più defilata gli Stati Uniti che armano, finanziano e supportano i ribelli anti-Assad e dall’altra Russia, Iran e in maniera più defilita
      la Cina che supportano le forze filogovernative di Assad. La posta in gioco è molto alta: ridisegnare il Medio Oriente, limitare l’ascesa dell’Iran
      e limitare le interferenze russe e cinesi in Medio Oriente. D'altronde l'Occidente, ha da sempre interessi strategici nell’area.

      Rispondi
  5. Anonimo

    Agosto 31st, 2013

    I nostri due incubi: Al Qaida in casa, i missili dal cielo

    Il messaggio di un siriano di Damasco:
    "I ribelli martellano da mesi il quartiere di noi cristiani.
    Perché l’America vuole colpirci?"

    Samaan Daoud – Sab, 31/08/2013 – 16:03

    Cari amici italiani,
    due giorni fa mentre voi ascoltavate le notizie sugli attacchi con le armi chimiche i ribelli e i combattenti di Al Qaida che si trovano accanto a noi qui alla periferia est di Damasco, nella zona di Jobar (la stessa del presunto attacco con i gas, ndr) ci hanno regalato un ennesimo colpo di mortaio caduto molto vicino alla mia abitazione, nella zona di Bab Tuma.

    Succede da mesi e io veramente non riesco più a capire perché tanto accanimento nel colpire un quartiere abitato da civili cristiani. In soli 6 giorni ci sono piovute sulla testa più di 20 bombe di mortaio. Alcune sono esplose tra le case, altre sui tetti delle chiese, una in una scuola femminile diretta dalla chiesa cattolica. Ormai è chiaro, questo quartiere abitato da cristiani è un obbiettivo.
    A tutto questo ormai ci stavamo abituando, ma ora a terrorizzarci s'è aggiunta la notizia della questione chimica. La minaccia degli Stati Uniti e dei suoi alleati di Francia ed Inghilterra ci lascia impauriti e sgomenti. Da giorni vedo una grande paura dipinta nei visi dei miei fratelli cristiani. Chi può scappa in Libano. Chi non può farlo abbandona i piani alti e cerca posto negli scantinati. Da ieri abbiamo incominciato a far provviste di pane, grano, formaggio. Ma far la spesa diventa ogni giorno più difficile. In due giorni il valore del dollaro è passato da 200 a 280 lire.
    In tutto il nostro quartiere si respirano paura, tristezza e preoccupazione. Una cupa angoscia s'è insinuata nelle anime di noi cristiani di Damasco. In questa angoscia c'è un'unica domanda: ci sarà un attacco americano su Damasco? E perché l'America vuole colpirci?

    Se alla base di tutto c'è la questione delle armi chimiche perché non aspettano i risultati e le prove, non accertano chi l'ha fatto? Fino ad ora non c'è nessuna prova per condannare il governo di Damasco. Qualche tempo fa il giudice svizzero Carla del Ponte, membro di una Commissione Onu ha accusato i ribelli. Medici Senza Frontiere parla di 355 persone morte durante l'attacco in quella zona non lontana dalle nostre case. Noi abbiamo sentito molte testimonianze secondo cui sarebbero stati i «ribelli siriani» ad utilizzare le armi chimiche e non le forze del regime. Molti dei miei amici cristiani sono convinti che l'America non abbia una sola prova. Molti temono che Obama e l'America vi stiano raccontando una grossa bugia. Siamo convinti che l'attacco non risolverebbe la questione dei siriani, anzi la renderebbe più complessa, perché moltiplicherebbe il numero dei morti innocenti causando maggior povertà e spingendo molti più siriani a cercare la strada della fuga all'estero.

    Tutto il mondo ormai pende dalle labbra di Obama. Che democrazia è questa? I siriani ormai possono solo sperare nella sua pietà. Che democrazia è questa? Una persona sola può arrogarsi il diritto di decidere la morte o la salvezza di migliaia di siriani. Che democrazia è questa? Perché Obama non mostra prima le prove che condannano il regime di Damasco e dimostrano l'uso del gas nervino contro i civili? Da qui, dal cuore di Damasco io mi rivolgo a tutti voi italiani e a tutti i vostri politici per chiedervi: «Fermate la guerra». Noi cristiani d'Oriente, siamo i discepoli di Paolo e Pietro, siamo i figli dei padri della Chiesa, siamo l'essenza della Cristianità. Non abbandonateci, non lasciateci nelle mani dei fanatici di Al Qaida e di chi combatte per reinsediare il Califfato e sogna di arrivare a conquistare Roma. Cristo ci ha insegnato a non «aver paura» e noi fedeli alle sue parole ci sforziamo di non temere nulla. Ma voi pregate per noi.
    (testo raccolto da Gian Micalessin)

    Rispondi
    • Anonimo

      Agosto 31st, 2013

      un fetecchiso presidente americano di una nazione che militarmente dovrebbe impegnarsi ad arginare l'avanzata terroristica islamica il cui scopo è quello di distruggere la modernità e restaurare il medioevo.

      Rispondi
    • Settembre 7th, 2013

      la guerra non si ferma, e già tropo tardi,
      pur tropo ci sono anche siriani che vogliono la caduta di Assad:http://www.ladige.it/articoli/2013/08/21/siria-imam-trento-oltre-600-uccisi-gas-tossici
      per consegnare il paese in mano ad Al Qaeda? o ad una opposizione che e arrivata a chiedere i bombardamenti di Obama, opposizione che vuole una transizione ma non e chiaro verso che cosa, e questo mentre i soldati siriani perdono la vita, e giovanni siriani, quelli patrioti, creano degli scudi umani intorno agli obiettivi sensibili.

      Rispondi
  6. Anonimo

    Agosto 31st, 2013

    U.S. 'backed plan to launch chemical weapon attack on Syria and blame it on Assad's regime'

    Leaked emails from defense contractor refers to chemical weapons saying 'the idea is approved by Washington'
    Obama issued warning to Syrian president Bashar al-Assad last month that use of chemical warfare was 'totally unacceptable'

    By Louise Boyle

    PUBLISHED: 14:16 EST, 29 January 2013 | UPDATED: 18:17 EST, 29 January 2013

    http://web.archive.org/web/20130130091742/http://www.dailymail.co.uk/news/article-2270219/U-S-planned-launch-chemical-weapon-attack-Syria-blame-Assad.html#ixzz2JOqKugeP

    Rispondi
  7. Anonimo

    Settembre 1st, 2013

    I nostri due incubi: Al Qaida in casa, i missili dal cielo

    Il messaggio di un siriano di Damasco:
    "I ribelli martellano da mesi il quartiere di noi cristiani.
    Perché l’America vuole colpirci?"

    Samaan Daoud – Sab, 31/08/2013 – 16:03

    Cari amici italiani,
    due giorni fa mentre voi ascoltavate le notizie sugli attacchi con le armi chimiche i ribelli e i combattenti di Al Qaida che si trovano accanto a noi qui alla periferia est di Damasco, nella zona di Jobar (la stessa del presunto attacco con i gas, ndr) ci hanno regalato un ennesimo colpo di mortaio caduto molto vicino alla mia abitazione, nella zona di Bab Tuma.

    Succede da mesi e io veramente non riesco più a capire perché tanto accanimento nel colpire un quartiere abitato da civili cristiani. In soli 6 giorni ci sono piovute sulla testa più di 20 bombe di mortaio. Alcune sono esplose tra le case, altre sui tetti delle chiese, una in una scuola femminile diretta dalla chiesa cattolica. Ormai è chiaro, questo quartiere abitato da cristiani è un obbiettivo.
    A tutto questo ormai ci stavamo abituando, ma ora a terrorizzarci s'è aggiunta la notizia della questione chimica. La minaccia degli Stati Uniti e dei suoi alleati di Francia ed Inghilterra ci lascia impauriti e sgomenti. Da giorni vedo una grande paura dipinta nei visi dei miei fratelli cristiani. Chi può scappa in Libano. Chi non può farlo abbandona i piani alti e cerca posto negli scantinati. Da ieri abbiamo incominciato a far provviste di pane, grano, formaggio. Ma far la spesa diventa ogni giorno più difficile. In due giorni il valore del dollaro è passato da 200 a 280 lire.
    In tutto il nostro quartiere si respirano paura, tristezza e preoccupazione. Una cupa angoscia s'è insinuata nelle anime di noi cristiani di Damasco. In questa angoscia c'è un'unica domanda: ci sarà un attacco americano su Damasco? E perché l'America vuole colpirci?

    Se alla base di tutto c'è la questione delle armi chimiche perché non aspettano i risultati e le prove, non accertano chi l'ha fatto? Fino ad ora non c'è nessuna prova per condannare il governo di Damasco. Qualche tempo fa il giudice svizzero Carla del Ponte, membro di una Commissione Onu ha accusato i ribelli. Medici Senza Frontiere parla di 355 persone morte durante l'attacco in quella zona non lontana dalle nostre case. Noi abbiamo sentito molte testimonianze secondo cui sarebbero stati i «ribelli siriani» ad utilizzare le armi chimiche e non le forze del regime. Molti dei miei amici cristiani sono convinti che l'America non abbia una sola prova. Molti temono che Obama e l'America vi stiano raccontando una grossa bugia. Siamo convinti che l'attacco non risolverebbe la questione dei siriani, anzi la renderebbe più complessa, perché moltiplicherebbe il numero dei morti innocenti causando maggior povertà e spingendo molti più siriani a cercare la strada della fuga all'estero.

    Tutto il mondo ormai pende dalle labbra di Obama. Che democrazia è questa? I siriani ormai possono solo sperare nella sua pietà. Che democrazia è questa? Una persona sola può arrogarsi il diritto di decidere la morte o la salvezza di migliaia di siriani. Che democrazia è questa? Perché Obama non mostra prima le prove che condannano il regime di Damasco e dimostrano l'uso del gas nervino contro i civili? Da qui, dal cuore di Damasco io mi rivolgo a tutti voi italiani e a tutti i vostri politici per chiedervi: «Fermate la guerra». Noi cristiani d'Oriente, siamo i discepoli di Paolo e Pietro, siamo i figli dei padri della Chiesa, siamo l'essenza della Cristianità. Non abbandonateci, non lasciateci nelle mani dei fanatici di Al Qaida e di chi combatte per reinsediare il Califfato e sogna di arrivare a conquistare Roma. Cristo ci ha insegnato a non «aver paura» e noi fedeli alle sue parole ci sforziamo di non temere nulla. Ma voi pregate per noi.
    (testo raccolto da Gian Micalessin)

    Rispondi
  8. Anonimo

    Settembre 1st, 2013

    ….la Siria è la Stalingrado di un Obama che si è incaponito a voler ascoltare i consigli di Francia e Turchia, sempre pronti a fare la guerra con la pelle degli altri…….

    Rispondi
  9. Anonimo

    Settembre 1st, 2013

    Alle ultime amm.ve 2013 ho votato per la prima volta CPI e ne sono contento per quegli ideali che sostiene e che mi trovano d'accordo all'80% e non è poco.
    Non si puo' avere tutto nella vita.
    Dai ragazzi facciamo qualcosa per cambiare l'Italia.

    Rispondi
  10. Anonimo

    Settembre 1st, 2013

    “COLPA DEGLI IMMIGRATI” – “Questi parassiti bevono la nostra acqua, mangiano il nostro cibo e respirano la nostra aria greca” Dice Alekos Piomaritis, un appartenente di Alba Dorata durante uno spezzone del film, che aggiunge: “loro sono primitivi e subumani, non ci interessano. Siamo pronti ad aprire i forni, Li trasformeremo in sapone, ma potrebbero causarci degli sfoghi cutanei.” E’ evidente che per i membri di Alba Dorata la Grecia versa in questa grave condizione di crisi per colpa di chi ha la pella scura. Secondo il Migration Policy Institute, un think-thank di Washington che si occupa di analizzare le politiche sull’immigrazione di tutto il mondo, in Grecia vi sarebbero tra 1 e 1,3 milioni di immigrati, che costituirebbero circa il 10% della popolazione. L’istituto rileva che la crisi economica del paese, assieme alla crescente xenofobia abbia fatto calare notevolmente la registrazione di immigrati nel paese negli ultimi anni………."

    UNA CATTIVA POLITICA STATALE PORTA A QUESTO.
    I GRECI SONO ALLO STREMO E SE LA PRENDONO ANCHE CON COLORO CHE SECONDO LORO GLI RUBANO IL PANE.
    IL 10% E' TANTISSIMO.
    SE CONTINUA COSI' POTREMMO RITROVARCI ANCHE NOI IN UNA GUERRA TRA POVERI E NON SI SA CON QUALI RISVOLTI.
    INVITO LE AUTORITA' POLITICHE PREPOSTE A LEGIFERARE NELL'INTERESSE PRIMARIO DEGLI ITALIANI ATTUANDO QUEI PROVVEDIMNTI CHE LIMITINO ALL'ESSENZIALE LA PRESENZA DI IMMIGRATI IN ITALIA.
    IMMIGRATI CHE TRA L'ALTRO SE VOGLIONO RIMANERE STABILMENTE IN ITALIA SI DEVONO ""ITALIANIZZARE"" E NON PRETENDERE IL CONTRARIO.
    LA SMETTA LA KYENGE DI ILLUDERE TANTI AFRICANI CHE CREDONO DI TROVAR L'ELDORARO IN ITALIA ED INVECE IL PIU' DELLE VOLTE SONO COSTRETTI A DELINQUERE PER SOPRAVVIVERE O COME SFOGO ALLA FREGATURA DI PROMESSE ILLUSORIE.
    PARLIAMOCI CHIARO….MA QUESTI CLANDESTINI MICA SONO SCEMI CHE VENGONO IN EUROPA PER FARE UNA VITA DI M……
    LA COLPA E' DI CHI LI ILLUDE O MAGARI LI CACCIA VIA DA CASA LORO PER MEGLIO SFRUTTARLI O PER APPROPRIARSI DELLE LORO PROPRIETA' E RIVENDERLE AL MIGLIORE OFFERENTE.
    TROVO DA SCONSIDERATI CHE IL GOVERNO LETTA,PER VENIRE INCONTRO ALLE ESIGENZE DI QUESTI DISGRAZIATI,PENALIZZI GLI ITALIANI CHE CERTAMENTE NON SI TROVANO A NAVIGARE NELL'ORO.
    SE L'EUROPA VUOLE AIUTARLI LO FACCIA NEI PAESI DI ORIGINE DI COSTORO I QUALI CERTAMNTE NON HANNO TUTTI QUANTI IL PIACERE DI SRADICARSI DALLA TERRA NATIA PER VAGABONDARE PER IL CONTINENTE EUROPEO.
    LA SMETTA LA KYENGE DI PARLARE DI:
    1)ius soli;
    2)niente reato di clandestinità per tutti gli
    arrivi irregolari;
    3)sanatoria per tutti;
    4)cittadinanza italiana in quattro e quattr'otto;
    5)posto statale per i non italiani.

    L'Italia è degli Italiani e non del primo che arriva da fuori!!!!!!!!
    Facciamola finita con questa anarchia politica ad evitare tragedie come quelle in Grecia.
    Il popolo è stanco.
    Non parlo del popolo NO-TAV che è tutta una montatura politica orchestrata dalla sinistra per tenere sotto scacco chi sanno loro.
    Quì si parla del fiero popolo italiano doc….!!!!!

    Rispondi
    • Anonimo

      Settembre 1st, 2013

      UNA COSA CHE LA EUROPA DEVE PRETENDERE A GRAN VOCE E PER ISCRITTO DAI PAESI ISLAMICI E' LA RECIPROCITA' NELLE CONDIZIONI SOCIO-POLITICO-RELIGIOSE DEI CITTADINI CHE VIAGGINO DA UNA DIREZIONE ALL'ALTRA E VICEVERSA.
      E' ASSURDO CHE GLI ISLAMICI PRETENDANO DI PROFESSARE IL LORO CREDO IN TUTTO IL MONDO MENTRE NEI LORO PAESI DI ORIGINE UCCIDANO O COMUNQUE PERSEGUITINO I COSIDDETTI ""INFEDELI"" DI ALTRE RELIGIONI,PRINCIPALMENTE CRISTIANI..
      INOLTRE DEVONO OSSERVARE INTEGRALMENTE LE LEGGI DEI PAESI OSPITANTI SENZA ALCUNA REMORA A PENA DI ESPULSIONE.
      E'

      I N T O L L E R A B I L E…CHE FINO NON SI SIA FATTO QUESTO.

      Rispondi
    • Anonimo

      Settembre 3rd, 2013

      Dipende da paese a paese. In Siria, a maggioranza musulmana, sono garantite alle minoranze etniche e religiose dei seggi in parlamento (cinque, se non sbaglio) in modo tale che siano rappresentate anche all'interno della compagine governativa e parlamentare.

      Rispondi
  11. Anonimo

    Settembre 1st, 2013

    Dopo quel cojotes scostumato divenuto famoso per le sue vicende sessuali nella sala ovale che si chiama bill clinton il quale con la sua storica imbecillità consentì ai terroristi di Al Qaida di allenarsi tranquillamente per i ""giochi del terrore americani"" dell'11.9.2013 ecco che il premio nobel obama/osama riesce a superare il suo predecessore democratico con una politica dello struzzo nei confronti del gigante IRAN che alla faccia sua di bertuccia abbronzata si e' fatta la sua ennesima bomba atomica.

    Per risollevare la sua credibilità sottozero pensa di fare la voce grossa contro la Siria ma Assad lo spernacchia e gli fa fare la figura del pirla che merita.
    Pensava al MONOPOLI….????
    Lo scacchiere nordafricano e quello mediorientale sono teatri di guerra quasi totale e l'abbronzato USA arriva tomo tomo e dichiara di voler bombardare scientificamente il palazzo di Assad senza colpo ferire .
    Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
    Una spernacchiata se l'e' meritata più' del nobile scippato come fosse uno zingarello in metro a caccia di portafogli .
    Un maledetto guerrafondaio prezzolato che meriterebbe di essere lanciato su Giove .
    Mi ricordo quando fresco della prima nomina dichiarò' tronfiamente il nostro "obambino" che ci avrebbe pensato lui a dialogare cogli islamici e che non avrebbe mai fatto ricorso alla forza militare ….!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  12. Anonimo

    Settembre 4th, 2013

    ‘Ribelli siriani’ beccati col gas nervino

    03-09-2013

    Due mesi fa agenti di frontiera turchi hanno bloccato alcuni ‘ribelli’ siriani mentre trasportavano un cilindro pieno di gas nervino sarin, lo stesso che, secondo le indagini, sarebbe stato usato nell’attacco chimico siriano di alcuni giorni fa.

    Lo riportava il 13 Giugno scorso, questo giornale turco del quale inseriamo link ed estratto:

    Russia has called on Turkey to share its findings in the case of Syrian rebels who were seized on the Turkish-Syrian border with a 2kg cylinder full of nerve gas sarin.

    Russia’s top foreign official Sergei Lavrov tolday said the Kremlin wanted to get clear on the issue of chemical weapons used in Syria, since the allegation had taken on the role of a trading card in the conflict, becoming a focus of constant provocations.

    “I do not rule out that some force may want to use it [the rumour] to say that the “red line” has been crossed and a foreign intervention is needed,” the minister said.

    “We are still waiting on a comprehensive report from our Turkish colleagues,” he added, citing the incident when a gang of terrorists carrying a canister with nerve gas sarin was arrested inside the Turkish territory about two weeks ago.

    http://www.turkishweekly.net/news/151261/russia-asks-turkey-for-info-on-sarin-terrorists.html

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  13. Anonimo

    Settembre 4th, 2013

    Siria, Obama: il mondo non può restare in silenzio

    Damasco: pronti anche alla III guerra mondiale

    ROMA – «Non ripeteremo l'errore dell'Iraq».
    Il presidente Usa Barack Obama da Stoccolma ostenta sicurezza sull'operazione Siria. Gli Usa hanno «un elevato grado di sicurezza» che gli attacchi chimici siano stati commessi dal regime di Bashar al Assad, aggiunge precisando che «di fronte alla barbarie che si sta verificando la comunità internazionale non può restare in silenzio».
    Lo spettro Iraq. In una conferenza stampa insieme con il premier svedese Fredrik Reinfeldt, Obama ha detto: «Ricordatevi che mi ero opposto alla guerra in Iraq e non ho nessuna voglia di ripetere gli errori basandomi su decisioni scaturite da una intelligence difettosa». «Non ho fissato io la linea rossa sull'uso delle armi chimiche, ma è stata la comunità internazionale», ha precisato Barack. «Sono convinto che il Congresso approverà un'azione militare in Siria, un'azione limitata nei tempi e negli obiettivi», ha spiegato sottolineando che «è in gioco la credibilità non solo mia, ma del Congresso e dell'America».
    «Non ero tenuto a sottoporre all'approvazione del Congresso la proposta di un'azione militare, e averlo deciso non vuole essere un mero e vuoto esercizio. Ma come 'Commander in Chief' mi riservo il diritto di agire nell'interesse e per la sicurezza del Paese», ha spiegato.

    I rapporti con Putin. «Sono ancora fiducioso sul fatto che Putin possa cambiare la sua posizione per quel che riguarda il sostegno della Russia al regime di Assad: è l'auspicio espresso a Stoccolma dal presidente Usa Barack Obama. «Tra noi e la Russia rimangono molte differenze sulla Siria. La Russia ha relazioni di vecchia data col regime di Assad. Ma è impossibile per Assad riguadagnare credibilità». Il Congresso degli Stati Uniti non ha il diritto di «legittimare un'aggressione» contro la Siria, ha detto il presidente russo Vladimir Putin, sottolineando che solo una decisione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu può votare un intervento del genere.

    MacCain si sfila. Intanto però John McCain ha annunciato che voterà contro la bozza frutto dell'intesa bipatisan in Senato sul via libera ai raid in Siria. Una defezione da parte dell'ex candidato repubblicano alla Casa Bianca cruciale per Barack Obama. McCain, uno degli esponenti più ascoltati nel partito repubblicano, sostenitore di un attacco senza troppi vincoli, non è evidentemente rimasto soddisfatto dai contenuti della risoluzione, a suo giudizio troppo 'tenerà con Assad e i nemici degli Usa nella regione. «Ci sono tanti che non sono contenti», ha detto spiegando il suo no.

    La Francia. Non agire contro le armi chimiche della Siria vorrebbe dire inviare un messaggio di debolezza nei riguardi del programma nucleare iraniano, ha detto, davanti al parlamento francese, il premier Jean-Marc Ayrault.

    Damasco. Non ci piegheremo nemmeno se ci fosse la terza guerra mondiale, ha proclamato il viceministro degli Esteri, Faysal Moqdad, citato dall'Afp. «Il governo siriano – ha detto il viceministro – non cambierà posizione nemmeno se ci fosse la terza guerra mondiale, nessun siriano può sacrificare l'indipendenza del Paese». Moqad ha poi aggiunto che Damasco ha già adottato «tutte le misure» necessarie per far fronte a «un'aggressione».

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  14. Anonimo

    Settembre 4th, 2013

    Damasco. Non ci piegheremo nemmeno se ci fosse la terza guerra mondiale, ha proclamato il viceministro degli Esteri, Faysal Moqdad, citato dall'Afp.
    «Il governo siriano – ha detto il viceministro – non cambierà posizione nemmeno se ci fosse la terza guerra mondiale, nessun siriano può sacrificare l'indipendenza del Paese».
    Moqad ha poi aggiunto che Damasco ha già adottato «tutte le misure» necessarie per far fronte a «un'aggressione».

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  15. Settembre 6th, 2013

    Pacifisti dell'ultimora ed in ritardo effettivo:

    chi credete che arretrerà da cattive intenzioni in una tenzone fra due individui di cui solo uno è palesemente armato e l’altro no?

    E come credete si possa difendere la pace se non si disponde delle armi sufficienti per inibire e fermare chi vuole le guerre?

    Bravi, perdenti a pagamento:

    avete indovinato!

    http://www.ilcittadinox.com/blog/si-vis-pacem-para-bellum.html

    Gustavo Gesualdo alias Il Cittadino X

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  16. Anonimo

    Settembre 10th, 2013

    Riflessioni sulla crisi siriana
    "É doverosa in questo momento una riflessione e una valutazione sul susseguirsi delle vicende e sul comportamento dei diversi attori politici e geopolitici riguardo la crisi siriana. Nell' escalation delle scorse settimane abbiamo visto gli USA, la Francia e la Gran Bretagna alzare i toni paventando un intervento armato per punire Assad per avere usato armi chimiche contro i civili, senza però fornire alcuna prova che dimostrasse che il Governo siriano fosse effettivamente responsabile di questo crimine. Contemporaneamente alla forte presa di posizione franco-americana abbiamo visto come, al contrario, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin si sia eretto a garante di pace, costruendo giorno dopo giorno attorno a sé un vero e proprio fronte di opposizione ad una guerra contro la Siria, che avrebbe come conseguenza certa l' inasprirsi e l' aggravarsi di uno scontro che ha portato una Nazione un tempo unita, a cadere vittima di uno scontro fra bande dove come fu anche per la Libia, nessuno vince e nessuno perde, e dove invece ci si avvia inevitabilmente alla vittoria del fondamentalismo, alla diaspora dei Cristiani ed alla preservazione degli interessi geopolitici del partito della guerra americano. Uno schieramento, quello a favore della pace, che é cresciuto sempre più in queste settimane sia grazie al buon senso, sia grazie alla presa di coscienza della reale situazione nel paese arabo. È per questo motivo forse che i membri del Parlamento inglese, informati sul reale andamento del conflitto e sulla brutalità dello scontro portato avanti da fondamentalisti islamici salafiti, che verrebbero direttamente sostenuti attraverso un intervento armato, ha negato agli americani l' appoggio di un alleato storico. Per quanto riguarda inoltre le prove fornite dagli americani sulla responsabilità del Governo di Assad sull' utilizzo di gas, tutto sembra smentirle, compresi video disponibili online sulle atrocità commesse dai ribelli e fonti di intelligence presenti sul territorio che paventerebbero l' ipotesi che l' attacco sia stato effettivamente compiuto attraverso droni israeliani in una tipica operazione "false flag". Non solo l' Inghilterra ma anche l' America si divide, forse anche grazie alla straordinaria battaglia per la Pace del Santo Padre , che non a caso del Santo della Pace porta anche il nome. La conferenza episcopale americana attacca infatti in queste ore John Kerry, colpevole secondo i vescovi americani di aver usato una demagogia cattolica nella scorsa campagna elettorale, totalmente smentita dalle affermazioni guerrafondaie degli ultimi giorni che non tengono conto nè delle conseguenze mortali di un attacco americano, né della sorte delle comunità cristiane così forti in Siria. Crediamo dunque che la Federazione Russa in questo momento abbia un ruolo provvidenziale nell' evitare che il fondamentalismo, l' estremismo e la conflittualità si impongano sulla legalità e dilaghino, non un ipotesi remota, spingendosi finanche alle porte d' Europa e delle nostre città. Le posizioni di Forza Nuova in questo senso risultano avere anticipato i tempi, considerando la visita del Segretario Nazionale On. Roberto Fiore a Damasco, gli incontri con le autorità del Governo presieduto da Bashar al Assad, le posizioni oramai decennali filo russe in politica estera e l' impostazione cattolica del movimento. Possiamo dunque sperare che prevalga nel caso siriano la logica della pace vera e che si crei un assetto nuovo di popoli liberi a partire da una Russia, che paradosso della storia, appare sempre di più, forte e Cristiana. Qualora questo non avvenisse saremmo forse di fronte a una guerra distruttiva ma anche ad una generale sollevazione dei popoli contro l' America di Obama e la Francia di Hollande e contro tutti coloro che fanaticamente li guidano e li spingono verso la guerra."

    http://www.forzanuova.org/comunicati/riflessioni-sulla-crisi-siriana

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