Sanità: striscioni davanti al ministero e alle Asl di Roma, ‘sì alle staminali e alla libertà di cura’
Impavidi Destini, assurdo vietare la possibilità di cure alternative ai malati terminali
Roma, 24 ottobre – “Sì alle staminali e alla libertà di cura!”, è questo il contenuto degli striscioni affissi vicino al ministero della Sanità e presso Asl e ospedali di Roma, dall’associazione diversamente abili Impavidi Destini, dopo che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha bloccato il metodo Stamina, rendendo noto il parere negativo arrivato dal comitato di esperti. Il ministro ha spiegato che “la sperimentazione non può essere proseguita, perché il metodo proposto da Davide Vannoni è pericoloso per la salute dei pazienti”.
“Perché vietare la possibilità di cure alternative ai malati terminali? Quale ulteriore danno potrebbe arrecare il metodo Vannoni a queste persone? – si chiede la responsabile nazionale di Impavidi Destini, Serena Grasso – Il dubbio è che dietro il rifiuto del metodo Stamina ci possa essere il veto delle potenti lobbies farmaceutiche. Impavidi Destini non permetterà che meri interessi economici possano negare ai malati terminali il diritto alla libertà di cura”.
Anonimo
Prima di lanciarsi in iniziative del genere, sull'onda dell'emozione, sarebbe bene documentarsi un po': potete cominciare con un articolo della rivista Le Scienze, di questo mese, sul caso stamina. Potete anche vedere sul sito http://www.lescienze.it dove c'e' il link ad un blog sull'argomento. O anche il seguente link (reperibile nel summenzionato blog):http://www.lescienze.it/edicola/2013/10/02/news/una_storia_italiana-1829779/
Daniele
Anonimo
Oltre a postare link può spiegare la sua opinione in merito?
Anonimo
In Italia, più in generale in occidente, le condizioni di vita delle persone sono migliori che nel resto del mondo (vedi per es. la longevità) e ciò è dovuto allo sviluppo tecnico-scientifico (ovviamente è importante anche l'organizzazione sociale, la religione, etc..); la scienza medica (comprendendo la farmacologia, la biologia,…) ha raggiunto l'attuale livello anche grazie a rigorose regole affinate nel tempo. Nella fattispecie per introdurre un nuovo farmaco bisogna che ciò che è proposto come farmaco abbia passato, per così dire, tre esami (non sono del settore, ma mi sono in po informato, non sarò quindi molto rigoroso). Il primo serve per stabilire che il candidato farmaco non sia dannoso; gli altri due servono per stabilire se il candidato farmaco é efficace. Pare che il cosiddetto metodo stamina non abbia superato i tre esami.Si chiede: "Che male c'è ha usare un tale rimedio su malati senza speranza?"Le obiezioni sono due: 1) Bisogna essere coscienti che ciò equivale a fare sperimentazione sulle persone.2) Ammesso che il rimedio sia comunque innocuo, la sua somministrazione sarebbe comunque a carico dello stato (noi paghiamo l'imprenditore che lo produce) e se fosse inefficace (visto che l'efficacia non è ancora stata provata) butteremmo via denaro pubblico e illuderemmo i malati e i loro familiari.Infine anch'io, per guadagnare qualche soldarello, propongo la mia mirabolante cura contro, nientepopodimenoche, il cancro (di qualsiasi tipo): bisogna far essiccare uno scarafaggio e poi polverizzarlo; la polvere così ottenuta va sciolta in un liquido di cui solo io conosco la composizione. Questo preparato lo vendo per 100 € al litro. Se qualcuno vuol provare, mano al portafogli….Daniele.
Anonimo
Due parole anche sul tema della "libertà di cura".In che senso si parla di ciò?1) Come libertà di curarsi o meno una malattia? Se é una malattia non contagiosa se ne può parlare, altrimenti (vedi tubercolosi) il malato deve essere curato e/o isolato.2) Come possibilità per un adulto di curare secondo le proprie convinzioni persone sotto la sua tutela (es. genitori-figli)? Se un genitore non vuol fare una trasfusione di sangue al proprio figlio e lo lascia morire, va bene così? 3) Come possibilità per i cittadini di rivolgersi a chiunque e di poter acquistare qualunque cosa qualcono definisca "farmaco"? Se così è io pretendo che i farmaci siano completamente a carico di chi li acquista: non voglio pagare tasse per finanziare i ciarlatani. Penso anche che non si possa mettere sullo stesso piano un farmaco ottenuto secondo la prassi della scienza medica con un "rimedio" che non é stato ottenuto con la suddetta prassi. Così come non si può mettere sullo stesso piano un medico che si è laureato in una seria Universita con un sedicente guaritore; sarebbe un po' come voler mettere sullo stesso piano una persona che afferma che due +due fa quattro con una persona che afferma che due +due fa cinque: il primo ha ragione e il secondo ha torto e ciò è inopinabile.Daniele