Non saremo alla manifestazione di Bologna, vecchio centrodestra è minestrina per ospizio della politica
Di Stefano “Il senatore Centinaio supplica Berlusconi e mal digerisce nostra presenza. Le ‘stampelle’ di Renzi e i vecchi carrozzoni non sono il nuovo proposto da Salvini
Roma, 28 ott. – “L’8 novembre a Bologna non ci saremo. I presupposti della manifestazione non sembrano quelli del nuovo corso di Salvini, di un fronte identitario e ‘sovranista’, ma assomigliano molto di più ai connotati della vecchia Lega e del vecchio centrodestra. A confermarlo, più che le parole del segretario del Carroccio, sono quelle di alcuni alti dirigenti del suo partito, come il senatore Gian Marco Centinaio, che supplica la presenza di Berlusconi e mal digerisce quella di CasaPound Italia”. Lo afferma in una nota Simone Di Stefano, vice presidente di CasaPound Italia.
“Come si può sostenere la battaglia contro l’Euro, contro l’immigrazione, contro le ingerenze di Bruxelles, dire di guardare al Front National di Marine Le Pen, e poi invocare la presenza di chi fino all’altro ieri governava (e oggi governa di nascosto) insieme a Renzi in Italia e insieme a Juncker e alla Merkel in Europa?” – si chiede ancora Di Stefano. “Non sono questi i presupposti tracciati dal segretario della Lega Nord ed è evidente che alcuni suoi dirigenti si rifiutino di ascoltarlo”.
“Dentro la Lega in molti non sembrano così felici del nuovo corso inaugurato da Salvini – prosegue Di Stefano – e tra questi sembra figurare proprio Centinaio, molto preoccupato di spaventare moderati e centristi con toni “troppo esasperati”. Per fortuna non la pensano come lui le migliaia di militanti della Lega Nord che hanno applaudito alla presenza di CasaPound nelle manifestazioni di Milano e Roma”.
“Anche a Roma e nel Lazio, il neo commissario di Noi con Salvini Centinaio, tenga ben presente che i romani non sono disposti ad accettare lezioni di “lumbard” da nessuno, soprattutto se la proposta è quella di puntare sui riciclati degli altri partiti del centrodestra e di appoggiare alleanze improbabili con ricchi e potenti costruttori come Alfio Marchini”.