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Napoli: CasaPound, Cassazione ignora libertà costituzionali pur di salvare un’inchiesta già demolita dal Riesame

Roma, 28 settembre – ”L’associazione sovversiva può esistere anche se non sono realizzate o pianificate azioni contro contro istituzioni o forze dell’ordine. E’ l’infelice interpretazione sostenuta dalla Cassazione nel motivare l’accoglimento del ricorso della procura di Napoli contro l’annullamento, ribadito due volte dal Tribunale del Riesame, dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti tra l’altro di Emmanuela Florino, candidata alle elezioni politiche per CasaPound Italia in Campania”. Lo sottolinea in una nota CasaPound Italia.
”Lo stesso giudice che in passato aveva equiparato tout court nazismo e fascismo – evidenzia Cpi – oggi dà un’interpretazione dell’articolo 270 del codice penale così restrittiva da risultare poco compatibile con le libertà costituzionali garantite da uno Stato di diritto, se anche la difesa del diritto a stare in piazza di fronte a violente e immotivate aggressioni della sinistra antagonista, protetta e coccolata da chi amministra e governa Napoli, implica di per sé un’associazione sovversiva. E’ assurdo sostenere infatti che sia CasaPound a rifiutare la dialettica democratica, tanto più in una città come Napoli, in cui la sinistra antagonista gode di una quasi totale impunità nonostante violenze, prepotenze e scontri che si possono quotidianamente leggere sui giornali. Ed è la stessa scelta di Cpi di partecipare alle elezioni, d’altra parte, a smentire le parole della sentenza sulla nostra estraneità alla democrazia”.
”Il consigliere Bevere dunque – conclude CasaPound Italia – conferma ancora una volta le sue nemmeno troppo velate simpatie politiche ricorrendo a un’interpretazione giurisprudenziale ardita e illiberale pur di salvare un’inchiesta già demolita dal Riesame e di preservare la validità di intercettazioni illegali che, caduta l’ipotesi dell’associazione sovversiva, non potrebbero nemmeno essere utilizzate nel processo”.

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