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Latina: “Eravamo in fila al Pronto Soccorso”, azione shock di CasaPound all’Ospedale Goretti

Nella notte i militanti di CasaPound hanno affisso all’ingresso dell’Ospedale Goretti di Latina uno striscione recante la scritta “Eravamo in fila al Pronto Soccorso” con al fianco due immagini raffiguranti scheletri umani.
“Sicuramente un’immagine un po’ forte, ma che serve a riportare all’attenzione in maniera decisa il problema del pronto soccorso di Latina”, afferma CasaPound.
“Tutti i giorni file interminabili, pazienti abbandonati sulle barelle in attesa di ricovero, gli stessi lavoratori sottoposti a turni di lavoro stressanti che devono far fronte alla rabbia dei cittadini in attesa. Inoltre nella sala d’attesa “soggiornano” barboni che utilizzano il pronto soccorso come domicilio, un’immagine da terzo mondo insomma. Una città grande come Latina non può avere un pronto soccorso che deve accogliere persone provenienti da mezza provincia; la spending review attuata non può riguardare un servizio di emergenza così importante.
“Non è possibile attuare tagli orizzontali ed indiscriminati nel servizio sanitario” continuano i militanti dell’Associazione ” che DEVE garantire il diritto alla salute dei cittadini. I costi eccessivi sono dovuti sicuramente a sprechi e a cattive gestioni della sanità pubblica, dove il clientelismo e gli interessi delle strutture private la fanno da padroni. E’ necessario cambiare la concezione della spesa sanitaria, che deve essere vista come risorsa e non come costo. Recuperare risorse per garantire servizi efficienti è possibile: basterebbe cominciare da una riforma del prontuario farmaceutico eliminando tutti quei farmaci doppi e costosi; basti pensare che in Europa la gran parte dei paesi prevede una media di circa 700 farmaci a prontuario, in Italia siamo a 8.000 con prezzi esorbitanti a carico del SSN.
“Nel frattempo”, concludono i militanti di CP, “le vittime di questo sistema sanitario continuano ad essere i cittadini ed i lavoratori del settore. Diritto alla salute, Stato Sociale, questa è CasaPound!”.

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