Trieste, 3 agosto – “Welcome in in New Afghanistan and New Pakistan”, “Terminal Covid 19” – questi alcuni dei cartelloni di protesta affissi da CasaPound vicino o in sostituzione della cartellonistica esistente per stigmatizzare gli ingressi in Italia dal confine sloveno di clandestini provenienti dalla cosiddetta rotta balcanica senza alcun controllo o tentativo d’intervento da parte del Governo.
“Un’azione forte e incisiva – spiega Nicola Di Bortolo, responsabile regionale di CasaPound Italia – per denunciare quello che, ormai, si verifica quotidianamente dalla fine del lockdown e dalla riapertura dei confini. Un fenomeno, quello dell’immigrazione clandestina prevalentemente da Pakistan e Afghanistan, che va avanti da anni sul confine orientale e che tocca il suo picco proprio nei mesi più caldi dell’anno. I casi di clandestini rintracciati – prosegue il responsabile – sono nell’ordine del centinaio al giorno e non riguardano esclusivamente il capoluogo giuliano, ma sono estesi nell’intera regione”.
“Da sempre – continua Di Bortolo – CasaPound ha alzato la voce su questo tema, ma quest’anno ai soliti problemi si aggiunge anche quello sanitario legato a COVID-19. Gli immigrati, infatti, non sono sottoposti a nessun tipo di controllo sanitario fino a che non vengono presi in carico dalle forze dell’ordine e dalle strutture competenti, aumentando in questo modo il rischio di contagio. A testimonianza di questo – prosegue il comunicato – da giorni si susseguono le notizie di centri di accoglienza al collasso e in emergenza sanitaria a causa della positività dei clandestini; ed è quello che si sta verificando anche nell’ex caserma Caverzerani a Udine, che ospita poco meno di 500 immigrati e che da qualche giorno è diventata zona rossa in seguito alla positività di alcuni di loro”.
“Sono state molte le promesse fatte da governatori locali e dallo Stato per cercare di porre rimedio alla questione – attacca il responsabile – ma la sostanza ancora non si vede; sono molti anche gli interrogativi che sorgono, come quelli riguardanti le frontiere, chiuse durante l’emergenza impedendo questi flussi mentre ora pare che non si riesca ad avere autorità sui propri confini. Tutto questo è surreale – conclude Di Bortolo – perché si sta contribuendo ad alimentare la paura di un nuovo lockdown dando la colpa alla poca responsabilità dei cittadini italiani, quando in realtà i nuovi contagi sono prevalentemente d’importazione e non viene fatto nulla per cercare di limitarli, mentre denunce e sanzioni nei confronti degli italiani scattano immediatamente”.