Roma, 28 gennaio – ”Se stare nell’Unione europea vuol dire una corsa al ribasso di salari e tutele sociali allora è meglio starne fuori. L’Italia non sarà mai il Bangladesh d’Europa”. Lo afferma in una nota il vicepresidente di CasaPound Italia Simone Di Stefano che boccia come ”indecente e inaccettabile” la proposta della proprietà svedese di Electroluxdi dimezzare gli stipendi negli stabilimenti italiani della società per allinearli a quelli polacchi, nel frattempo peraltro chiudendo la fabbrica pordenonese.
Secondo Di Stefano, ”le responsabilità della disastrosa situazione in cui versa il sistema industriale italiano sono l’ovvia conseguenza della gestione di questo paese negli ultimi 20 anni da parte di una classe politica composta da camerieri dei poteri forti e dell’Ue, che continua ad abbassare la testa, non esitando a sacrificare il futuro del proprio popolo in nome di quei trattati che ci obbligheranno a pagare 50 miliardi da quest’anno”.
”Intervenire in questo sistema economico comatoso è fondamentale – prosegue il vicepresidente di Cpi – tagliare le tasse sul lavoro per favorire investimenti esterni, snellire la macchina farraginosa della burocrazia e rivedere le forme di alcuni contratti è una priorità da affrontare, ma senza intaccare i diritti sociali dei lavoratori, sacrificati più volte in nome di quella cosiddetta competitività, oramai divenuta sinonimo di precarietà. E’ inaccettabile che l’Italia diventi il Bangladesh d’Europa, un paese dove si vorrebbe produrre senza diritti sociali, senza regole ambientali e con un sindacato fantoccio e sterile nelle proposte. Occorre che lo Stato intervenga con urgenza nell’economia reale e riscopra il suo ruolo di attore principale per il bene della Nazione, sottraendosi al ruolo infame di esattore delle tasse di Bruxelles”.

3 Comments to: Electrolux, CasaPound: l’Italia non sarà il Bangladesh d’Europa, fuori da questa Ue

  1. Anonimo

    Gennaio 29th, 2014

    E la Fiat che se ne va in Olanda cambiando nome in FCA o qcosa di simile col domicilio fiscale a Londra e il capo del governo italiano Letta che commenta come finalmente la Fiat sia diventata un agente di commercio globale? Dopo tutti i soldi che abbiamo regalato agli Agnelli per decenni sotto il ricatto dei licenziamenti? Dalle mie parti nel Veneto se n'è andato Marzotto con linifici vetrerie e fabbriche varie portate in Polonia, Tunisia, Egitto ecc. Smontate da operai tunisini – perchè giammai gli operai italiani se le sarebbero smontate per portare tutto all'estero – che sono rimasti qui colle famiglie. Ora se ne va Electrolux, se ne sono andati DeLonghi Benetton. Una marea di …che continuano a chiedere l'abbassamento del costo del lavoro per far diventare la gloriosa manifattura italiana il Bangladesh come caasaPound asserisce giustamente. Contratto coll' India che si tiene due soldati italiani sotto la minaccia della morte?
    Ascoltiamo la voce del sangue di D'Annunzio Pound Marinetti degli Arditi e della XaMAS, dei nostri aviatori e della gloriosa fabbrica di aerei Caproni. Io credo che A NOI in tutti NOI qcosa si muova. Almeno un nuovo modo di pensare.
    Scusate le lungaggini. Ma l'IMPETO a volte si fa fatica a frenare.
    Solare saluto poundiano!
    Gustav

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    • Anonimo

      Febbraio 5th, 2014

      Ciao-Anch'io come te sono veneta e precisamente di Treviso. In riferimento a Benetton, mi ricordo benissimo che portava a finire le maglie in piccole aziende artigiane dislocate in gran parte del Veneto. Non so se lo sai ma ad un certo punto Benetton iniziò a lamentarsi del lavoro di queste aziende, e sul fatto che i macchinari erano obsoleti e quindi non in grado di fare finiture di ultima generazione. Benetton, con il ricatto che se non cambiavano macchine gli avrebbe tolto il lavoro vendette loro macchine nuove da maglia del valore di 50 milioni di lire o piu (se mi ricordo bene) -Puntualmente però, dopo un pò di tempo e dopo che queste aziende avevano contratto debiti con le banche per pagare i nuovi macchinari iniziò a delocalizzare togliendo tutto il lavoro a queste piccole aziende familiari lasciandole sul lascrico e costringendole a chiudere. Questi sono quelle brave persone di Benetton. Per quanto riguarda gli Agnelli ti posso dire che mia mamma ha lavorato per loro a Cortina come domestica negli anni 80. Ovviamente trattata malissimo, pagata pochissimo: la schiavitù dei tempi moderni. Un piccolo annedoto. Nel periodo in cui era a Cortina venne pubblicata su novella 2000 una foto senza veli di Ira Fustenberg, figlia di Clara Agnelli,. Ebbene, ebbero il coraggio di mandare l'autista a ritirare tutte le copie del settimanale presente nelle edicole della zona purchè non ne uscisse uno scandalo! Un altro episodio legato agli Agnelli fu quando Gianni Agnelli doveva far visita alla sorella, per cui fecero sistemare le stanze da letto facendo cambiare circa cinque volte la disposizione dei mobili (tra l'altro pesantissimi) alla povera servitu che lavorava li e decidendo di volta in volta di cambiare anche le stanze e quindi di spostare da una stanza all'altra tutto. Alle dieci della sera ancora stavano a sistemare le stanze.
      Avrei papiri interi da scrivere su quei [email protected] e su cosa succedeva su quella villa a Cortina, ma li sputtanerei troppo e mi dilungherei pure troppo.
      Il disfacimento dell'Italia, la delocalizzazione delle aziende va avanti da 25 anni ormai e nessuno, dico nessuno ha fatto nulla per impedire questo declino del nostro Paese. Ora stiamo raschiando il fondo del barile. L'Italia è finita e o si ricorre a misure drastiche, o si "muore". Basta chiacchiere, non ne abbiamo bisogno. Chi delocalizza non venda piu i suoi prodotti qui da noi, giusto ed equo. Niente piu trucchi del tipo, far produrre una parte dei pezzi nel mondo per poi qui in Italia controllare i prodotti e mettere solo il marchio made in Italy; quei prodotti non sono italiani , punto e basta. Il marchio solo a prodotti fatti INTERAMENTE in Italia.
      Onore ai ragazzi di Casapoud per queste battaglie. Se fossi a Roma mi piacerebbe fare la militante, ma sono qui e dovrò anche espatriare perchè non trovo uno straccio di lavoro.

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  2. Anonimo

    Gennaio 29th, 2014

    O cisvegliamo ora omai piu' sveglia italiani sveglia lavoratori.

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