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Caso marò: anche a Parma CasaPound in piazza per Latorre e Girone

Nella notte scritte intimidatorie sulle saracinesche della sede targate ‘Azione antifa’’ 
 
Parma, 13 aprile – “Marò liberi!”. Anche Parma si unisce al coro lanciato da CasaPound in tutta Italia: stamattina oltre cinquanta persone hanno partecipato al presidio a sostegno dei due fucilieri di marina,organizzato dal movimento in piazza Garibaldi. ‘’Una manifestazione -sottolinea Cpi Parma in una nota – beceramente contestata da una decina di antagonisti riuniti in un contro-presidio: gli stessi presumibilmente che la notte scorsa hanno imbrattato le nostre saracinesche con scritte come ‘Parma è antifa’, ‘Azione diretta antifa’, ‘Nessuna agibilità ai fascisti’, senza naturalmente riuscire a intimidirci e ai impedirci di manifestare contro un governo che ha dimostrato tutta la sua incompetenza,facendo fare al nostro Paese una figuraccia internazionale senza precedenti’’.
 
‘’Questa manifestazione – spiega CasaPound Italia Parma –come quelle che si sono svolte a Roma, davanti Montecitorio, o a Pordenone,Udine, Bolzano, Sassari, Ascoli Piceno e come quelle che si stanno svolgendo anche oggi in numerose città, serve a dire che esistono un’altra Italia e altri italiani, che non si arrendono e che non calano le braghe di fronte ai ricatti di altre nazioni, serve a ribadire che nessuno può permettersi di rapire i nostri soldati in acque internazionali”.
 
“Noi chiediamo – prosegue la nota – le dimissioni di Mario Monti da senatore a vita, la chiusura dell’ambasciata italiana in India e di quella indiana in Italia con divieto per l’ambasciatore di lasciare il nostro Paese fino al rientro dei nostri soldati. Chiediamo inoltre il ritiro di tutte le nostre truppe dagli scenari internazionali come ritorsione per la mancata tutela degli interessi italiani da parte di Onu, Nato e Unione Europea.Chiediamo infine che vengano messe in atto manovre militari nelle acque internazionali al largo di Kerala e la preparazione, sia pure come extrema ratio, di un intervento militare in India a seguito di una qualsiasi condanna dei nostri soldati”.
  


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