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CasaPound a Merano (BZ): pasta agli operai ex-Memc, da 4 mesi senza stipendio

CasaPound a Merano: pasta agli operai ex-Memc, da 4 mesi senza stipendio

Bolzano, 25 gen – Oggi un gruppo di militanti di CasaPound Italia ha distribuito pacchi di pasta ai 136 lavoratori della Solland Silicon, che non ricevono lo stipendio da 4 mesi.
“Sono 136 le famiglie che stanno subendo in prima persona la crisi lavorativa legata alla Solland Silicon – commenta in una nota il coordinatore regionale di Cpi Andrea Bonazza – E’ una situazione gravissima che si protrae da troppo tempo senza che le istituzioni, i sindacati e il signor Pugliese, primo colpevole di questo disastro, abbiano raggiunto una soluzione per risolvere il problema”.
“C’è chi non ha soldi per pagare il mutuo della casa e ha le banche alle calcagna, c’è chi sta finendo i propri risparmi per pagare l’affitto, chi ha l’Ipes che minaccia lo sfratto da un’alloggio sociale e infine, c’è chi ha esaurito i soldi per gli alimenti suoi e dei propri figli e questo noi non possiamo accettarlo – continua Bonazza – Ecco perchè a mezzogiorno ci siamo trovati davanti alla fabbrica meranese per distribuire pacchi di pasta a questi operai vittime delle scellerate scelte aziendali del signor Pugliese”
“Una grande dignità e voglia di non arrendersi – interviene anche la sindacalista in quota CasaPound Caterina Foti – questa l’aria che si respirava oggi all’ex Memc. Nonostante lo sconforto e la rabbia dovuta ai 4 mesi senza stipendio e le promesse vane della politica e della dell’azienda, c’è una grandissima volontà da parte degli operai di ribadire che il lavoro è un diritto e che nessuno chiede nulla se non poter lavorare per garantire un futuro alle proprie famiglie. Proprio oggi, in seguito ai mancati pagamenti, allo stabilimento Solland Silicon è stata sospesa la fornitura di gas. – prosegue Foti – Abbiamo preteso di partecipare all’assemblea tenutasi quest’oggi con le altre sigle sindacali, ma ci hanno impedito di prendere parte a questa ennesima riunione, che abbiamo saputo essersi conclusa con un nulla di fatto. Arrivati a questo punto – conclude la sindacalista di Cpi – ci chiediamo quale poteva essere la segretezza che avvolge queste riunioni, che d’ora in avanti, che piaccia o meno, ci vedranno comunque partecipi”.
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