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Solland Silicon, operai buttati fuori dalla fabbrica – CasaPound: Provincia e Ecocenter come regimi contro dissidenti

Merano, 17 dicembre – Solo ieri vi scrivevamo dell’accordo finalmente raggiunto sulla crisi Solland Silicon, tra i sindacati e il Presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher. Accordo che avrebbe portato a un impegno, da parte della Provincia e EcoCenter, a riassumere gli operai ingiustamente licenziati a causa delle proteste  e a tutelare il reimpiego lavorativo dei dipendenti della ex-Memc di Sinigo.
Questa mattina però, inaspettatamente, alla fabbrica meranese la situazione è bruscamente precipitata. Su ordine, pare, di EcoCenter, tre uomini per operaio hanno “buttato fuori” dallo stabilimento i lavoratori. Un comportamento che al momento non trova nessuna spiegazione da parte della Provincia e della partecipata di EcoCenter, facendo arrivare sul posto anche gli agenti della Digos di Bolzano.
Sull’accaduto è intervenuta con una nota anche la sezione locale di CasaPound Italia: “Nonostante un accordo siglato nelle scorse ore tra Provincia e lavoratori – dichiara il coordinatore regionale di Cpi, Andrea Bonazza – le istituzioni provinciali calano ancora una volta la maschera, approfittando della tregua dei protestanti, e palesando la propria intenzione di chiudere definitivamente lo stabilimento industriale”.
“Usando metodi degni dei peggiori regimi capitalisti/comunisti asiatici contro i dissidenti – continua Bonazza – con le  prepotenze mostrate oggi nel trattare i lavoratori, Provincia ed EcoCenter dimostrano che la comunità italiana dell’Alto Adige, fieramente rappresentata dalle 52 famiglie degli operai in lotta per difendere il proprio posto di lavoro, nulla conta per la politica locale, sempre più determinata a deindustrializzare questa terra a danno della componente italiana”.
“Provincia ed EcoCenter diano spiegazioni immediate di quanto accaduto e rispettino gli accordi sottoscritti con sindacati e lavoratori per far trascorrere un Natale più sereno a queste 52 famiglie appese a un flebile filo” conclude la nota di CasaPound.

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